Un libro tira l'altro ovvero il passaparola dei libri

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CI PIACE RICORDARE Philippe Daverio CON QUESTA BELLA RECENSIONE – GRAND TOUR D’ITALIA A PICCOLI PASSI

grand tour d'italia a piccoli passi analisi

Il due settembre è venuto a mancare Philippe Daverio, lasciandoci tutti in un lutto che va oltre la perdita dell’uomo: Philippe Daverio incarnava lo spirito libero capace di vagare nella storia, nell’arte, nella politica, nelle società antiche e moderne per raccontarcele sempre in maniera coinvolgente e capace di dare spunti per come vivere al meglio il nostro presente.

philippe Daverio

Un grande uomo, capace di uscire dal grigiore dei cliché sin dal suo spiritoso modo di vestirsi: si sentiva “pavone”, sicuramente lo era e con le sue innumerevoli ruote incantava e rassicurava gli italiani. Ora non ci resta che riprendere i suoi libri in mano e rileggere tutto quello che ha scritto.

Un percorso che invito a fare. Il libro che ho preso in mano è un libro che appartiene alla letteratura del viaggio. Potrebbe essere scambiato per una banale guida turistica, ma è molto di più: è un invito al viaggio “lento”, al viaggio italiano (che in periodo Covid sembra perfetto), al viaggio che non si fa per moda o per turismo di massa, ma per “formazione” individuale, seguendo lo spirito di grandi viaggiatori come Goethe.

È un invito al viaggio fatto in lentezza, e cioè secondo i ritmi che consentono di cogliere la bellezza del luogo visitato e di scoprirne il segreto, la propria peculiarità, quel dettaglio che la velocità nasconde e che lo rende unico. Il viaggio che auspica Daverio per tutti noi è un viaggio che rispetta la nostra identità, l’arricchisce e la spinge verso nuovi orizzonti. Insomma è un viaggio che in primis deve corrispondere alle nostre esigenze e non a quelle del mercato e del turismo ormai mercificato.

“Grand Tour d’Italia a piccoli passi” è un itinerario meraviglioso nel quale si muove il nostro cicerone con eleganza e disinvoltura, inciampando sempre in una pietra poco nota o in un dettaglio sfuggito al viaggiatore di corsa. Facendo piccoli passi, e sempre a proprio piacimento, scegliendo sempre con cura la destinazione, cercando di mai mescolarne troppe di destinazioni: così facendo si vanificherebbero gli sforzi della lentezza. Lo “Slow Travelling”, si fa con i piedi e con la testa, ci ricorda Philippe Daverio.

La suddivisione del libro è molto bella ed è illustrata dalle cartine di Antonio Monteverdi; sono tre le parti individuate, grosso modo corrispondenti al Nord Italia, Centro Italia, Sud Italia: il Meridione d’Europa, l’Ombelico del Bel Paese, la Punta dello Stivale. Ogni luogo è corredato da bellissime fotografie, ricche notizie, curiosità e aneddoti.

Cari amici, non voglio dirvi che se la pigrizia dei piedi lascia la mente libera di percorrere tutte queste destinazioni comodamente sul vostro divano sia un male! Ma di sicuro non era il desiderio di Philippe Daverio. Allora accontentiamolo. Scegliamo una località, mettiamo il suo prezioso libro in valigia e a piccoli passi usciamo dalle nostre case!

Recensione di  IO LEGGO DI TUTTO, DAPPERTUTTO E SEMPRE. E TU? di Sylvia Zanotto

grand tour d'italia a piccoli passi analisi

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L’isola dei tesori, dove gli animali sono preziosi

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"Un libro tira l'altro ovvero il passaparola dei libri" nasce da un'idea di Claudio Cantini

Valentina Bertuccio D.

  • Cultura e Spettacoli

Quel viaggio slow a caccia di tesori con Philippe Daverio

In uscita il nuovo libro 'grand tour d’italia a piccoli passi', in cui prende per mano i lettori e li porta in luoghi insoliti.

Philippe Daverio (NewPress)

Philippe Daverio (NewPress)

Milano, 17 novembre 2018 - Philippe Daverio , un francese nato a Mulhouse, in Alsazia, che “ha finalmente capito l’Italia” e l’ama a tal punto da vestire i panni di cicerone per decantare le bellezze del Belpaese.  Grand tour d’Italia a piccoli passi è il titolo, intrigante, del suo ultimo libro (edito Rizzoli), in uscita in libreria il 20 e presentato in anteprima il 18 (Pinacoteca di Brera Sala della passione) con Natalia Aspesi.

Come nasce?

«Dalla voglia di insegnare agli italiani ad amare ciò che hanno ereditato e a preservarlo. Ma ho pensato anche a chi viene da fuori per scoprire la culla di grande parte di ciò che ha reso il mondo più bello».

Ci sono luoghi ed itinerari, da Saluzzo a Palermo e passando per Cagliari decisamente insoliti, meno noti ma molto interessanti. Un viaggio mentale prima che geografico....

«Li ho visitati tutti. Sono francese di nascita e appena ho avuto la patente ne ho approfittato. Ho girato a lungo l’Italia in modo “degenerato”, cioè senza genere, da

scriteriato. Il mio non è mai stato un “inclusive tour” e a Firenze, prima di mettere i piedi negli Uffizi, me n’ero andato a vedere la sfinge nel giardino del colonello Stibbert, quello che raccoglieva armature giapponesi. Ma poi sono andato a riverire la Primavera di Botticelli. E infine, essendo diventato amico di chi quel museo lo gestiva, Antonio Paolucci l’anticonformista, da lui imparai il concetto del “museo diffuso”».

«È la più potente risorsa culturale dell’Italia, si articola ovunque sono rimaste le tracce d’un passato ricchissimo di testimonianze. È il più forte cimento della nazione».

Se la prende con gli italiani che saranno santi, poeti e navigatori ma non viaggiatori...

«S’abbronzano volentieri nel Mar Rosso, e se rimangono a casa guardano con occhio languido la mesta Isola dei Famosi. Girano il mondo, si ritrovano nelle foreste misteriose della Cambogia, sotto le piramidi dei Maya, degli Egizi o del Louvre a Parigi, vanno alla scoperta della libertà frugale sui viali di Berlino o corrono affascinati come falene fra le Rolls parcheggiate a Mayfair. Si dimenticano di girare l’Italia. L’Italia era agli inizi del XX secolo la prima meta turistica del mondo; cent’anni dopo era al nono posto dei flussi turistici. Chissà cosa avrebbero pensato Dürer, Goethe, Ronsard e Stendhal, Mark Twain e la folle Victoria Ocampo, amica di Borges e di Puig, se avessero saputo che per referendum il popolo degli italiani avrebbe un giorno abolito il Ministero del Turismo».

E vanno tutti a Rimini.. .

«Senza sapere che oltre al mare esite l’Arco di Augusto, il più antico arco romano esistente. Prenda Venezia presa d’assalto da truppe cammellate di turisti che seguono in pieno sole un ombrellino alzato e percorrono in mezza giornata il giro dalla stazione a piazza San Marco. Mi mettono tristezza. Vedono senza guardarli i tetrarchi bizantini e i capitelli istoriati di Palazzo Ducale. Un giro in gondola e un tour nell’outlet ed è fatta. Si torna a casa. Eppure basterebbe spiegare che a dieci chilometri da piazza San Marco ci sono luoghi altrettanto interessanti da visitare».

«Lo slow tour, ancora tutto da inventare o meglio da riscoprire. Una volta gli eminenti personaggi che ho già citato si spostavano in modo lento, talvolta a piedi. Il viaggio un tempo si faceva con i piedi e con la testa».

«Ma no, alternativo. Si rifugga dalla nobiltà d’una corsa rapida e obbligata in lunga coda per accedere ai sommi Musei Vaticani e si scelga una visita ai Domenicani di San Clemente a Roma. E a Milano invece di passeggiare sul tetto del Duomo meglio scoprire i segreti della Biblioteca Ambrosiana o visitare il Poldi Pezzoli o il Museo della Scala che ancora in pochi conoscono».

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GRAND TOUR D'ITALIA A PICCOLI PASSI

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La Rivista dei Libri

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I migliori libri selezionati per te

I più famosi testi di Philippe Daverio: classifica

Che cos'è la bellezza. Una lezione di storia dell'arte

Philippe Daverio è un rinomato critico d'arte, storico dell'arte, saggista e divulgatore culturale italiano. La sua vasta conoscenza e la sua passione per l'arte lo hanno reso una figura autorevole nel campo. Con una carriera pluriennale e numerosi successi editoriali all'attivo, Daverio si distingue per la sua capacità di trasmettere il suo amore per il mondo dell'arte attraverso i suoi scritti. I suoi libri sono considerati dei veri e propri gioielli letterari, in grado di coinvolgere chiunque nella bellezza e nell'importanza dell'arte.

In questa raccolta, esploreremo alcuni dei migliori libri di Philippe Daverio, che spaziano dalla storia dell'arte alle biografie degli artisti più importanti del passato. Queste opere testimoniano l'autorità accademica di Daverio nel campo dell'arte e offrono una panoramica completa della sua profonda conoscenza e della sua visione unica. Attraverso le sue parole, ci immergeremo in un mondo ricco di emozioni ed esperienze artistiche senza precedenti.

Indice dei contenuti

#1 - Che cos'è la bellezza. Una lezione di storia dell'arte

Recensione: il vizio della curiosità, #3 - grand tour d'italia a piccoli passi, #4 - guardar lontano veder vicino (vintage): esercizi di curiosità e storie dell'arte, #5 - il gioco della pittura: storie, intrecci, invenzioni, 🏷️💲libri di philippe daverio in sconto, che cos'è la bellezza. una lezione di storia dell'arte, conclusione, approfondimento su philippe daverio, altri autori, 🏆migliori libri di libri di philippe daverio: ecco la classifica dei bestseller.

Che cos'è la bellezza. Una lezione di storia dell'arte

  • Data di pubblicazione: 30/08/2022
  • Lingua: Italiano
  • Numero di pagine: 112
  • ASIN: 8828208317
  • Editore: Solferino

Il libro "Che cos'è la bellezza. Una lezione di storia dell'arte" dell'autore Philippe Daverio è un'opera che dimostra una grande esperienza e autorevolezza nel campo dell'arte. Con uno stile di scrittura coinvolgente e accessibile, Daverio ci guida alla scoperta della bellezza attraverso un excursus storico-artistico affascinante.

Le pagine sono piene di conoscenza ed entusiasmo, trasmettendo al lettore una profonda comprensione delle opere d'arte e dei loro contesti storici. L'autore riesce a rendere l'argomento complesso della bellezza accessibile a tutti, senza sacrificare il rigore degli approfondimenti e delle analisi critiche.

Daverio ci regala una prospettiva originale sulla bellezza nell'arte, sfatando alcuni cliché comuni e aprendo nuovi orizzonti di riflessione. Grazie alle sue competenze, siamo accompagnati in un viaggio che spazia dalle antiche civiltà fino alle opere contemporanee, svelandoci aspetti sorprendenti e interessanti su ogni periodo artistico trattato.

In conclusione, "Che cos'è la bellezza. Una lezione di storia dell'arte" è un libro fondamentale per chiunque desideri approfondire la propria conoscenza nel campo dell'arte e comprendere il concetto di bellezza in modo più ampio e consapevole.

#2 - Il vizio della curiosità

Il vizio della curiosità

  • Data di pubblicazione: 24/11/2020
  • Numero di pagine: 536
  • ASIN: 8891829978
  • Editore: Mondadori Electa

Il libro "Il vizio della curiosità" dell'autore Philippe Daverio è un'opera che dimostra la sua esperienza e autorità nel campo dell'arte e della cultura. Questa raccolta di articoli offre una prospettiva affascinante su vari argomenti, dalla storia dell'arte all'architettura, dalla pittura alla scultura, guidando il lettore in un viaggio appassionante attraverso le epoche e i movimenti artistici.

L'autore riesce a trasmettere il suo amore per l'arte in modo coinvolgente ed accessibile. Le sue analisi dettagliate sono accompagnate da aneddoti interessanti e spunti di riflessione che stimolano ulteriormente la nostra curiosità. Daverio sa come catturare l'attenzione del lettore sin dalle prime pagine, offrendo una panoramica completa e approfondita sulle opere d'arte più significative nella storia.

La sua scrittura scorrevole rende il libro facilmente leggibile anche per coloro che non hanno conoscenze approfondite sull'argomento. L'autore riesce ad intrattenere gli appassionati d'arte senza tralasciare chi si avvicina per la prima volta a questo mondo. Inoltre, le numerose immagini presenti nel libro contribuiscono ad arricchire ulteriormente l'esperienza di lettura.

In conclusione, "Il vizio della curiosità" è un libro che consiglio vivamente a tutti coloro che sono interessati all'arte e alla cultura. Philippe Daverio dimostra ancora una volta la sua competenza nel campo, offrendo una lettura stimolante e avvincente, capace di nutrire il nostro spirito curioso.

Grand tour d'Italia a piccoli passi

  • Data di pubblicazione: 22/11/2022
  • Numero di pagine: 416
  • ASIN: 8891837474

Il libro Grand tour d'Italia a piccoli passi dell'autore Philippe Daverio è un'opera che incarna appieno l'esperienza e l'autorità di Daverio nel campo dell'arte e della cultura italiana. Grazie alle sue conoscenze approfondite, il libro offre una panoramica avvincente e approfondita del patrimonio artistico italiano, guidando il lettore alla scoperta dei luoghi più iconici e meno conosciuti del nostro paese. L'autore presenta in modo coinvolgente la storia di ogni luogo, fornendo interessanti aneddoti e informazioni dettagliate sui capolavori presenti in ogni regione. Il suo stile di scrittura accattivante rende la lettura piacevole ed educativa allo stesso tempo, facilitando anche la comprensione di concetti complessi legati all'arte. Inoltre, le fotografie contenute nel libro sono magnifiche, catturando appieno la bellezza delle opere d'arte e dei paesaggi italiani descritti da Daverio. L'autore mostra una grande padronanza del suo argomento, trasmettendo passione e entusiasmo per le meraviglie artistiche della nostra nazione. In conclusione, Grand tour d'Italia a piccoli passi di Philippe Daverio è un must-read per gli amanti dell'arte italiana e per chi desidera approfondire la propria conoscenza della cultura del nostro paese. Grazie alle competenze autorevoli dell'autore e alla sua capacità di coinvolgere il lettore, questo libro rappresenta una guida preziosa e affascinante per il "grande tour" artistico italiano.

Guardar lontano Veder vicino (VINTAGE): Esercizi di curiosità e storie dell'arte

  • Data di pubblicazione: 11/06/2014
  • Numero di pagine: 732
  • Formato: eBook Kindle
  • ASIN: B00KWGC4MO
  • Editore: MONDADORI LIBRI TRADE ELECTA

Guardar lontano Veder vicino di Philippe Daverio è un libro affascinante che esplora la storia dell'arte attraverso una serie di racconti e curiosità. Il libro cattura l'attenzione del lettore fin dalla prima pagina, trasportandolo in un viaggio appassionante nel mondo dell'arte. Con la sua autorevolezza e competenza, Daverio riesce a rendere accessibili anche gli argomenti più complessi, senza perdere mai il suo tono coinvolgente. I capitoli brevi e ben strutturati permettono al lettore di immergersi facilmente nella lettura, mentre le numerose immagini presenti arricchiscono ulteriormente l'esperienza visiva. Guardar lontano Veder vicino è un libro che non può mancare nella libreria di tutti gli amanti dell'arte, sia esperti che neofiti.

Il gioco della pittura: Storie, intrecci, invenzioni

  • Data di pubblicazione: 29/10/2015
  • Numero di pagine: 762
  • ASIN: B016W9U9JO
  • Editore: Rizzoli Illustrati

Questo libro, "Il gioco della pittura: Storie, intrecci, invenzioni" dell'autore Philippe Daverio, è semplicemente straordinario. Con la sua vasta conoscenza nel campo dell'arte e una prosa coinvolgente, Daverio ci guida attraverso storie affascinanti che ruotano attorno al mondo della pittura. Emerge un panorama ricco di intrecci e invenzioni artistiche che lasciano senza fiato. Davvero un must-read per gli amanti dell'arte!

Libri di Philippe Daverio in promozione:

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🥇Miglior libro di Philippe Daverio: bestseller in assoluto

Selezionare il Miglior libro di Philippe Daverio potrebbe essere più complesso di quanto sembri. Nonostante ciò, in base alle opinioni dei lettori abbiamo selezionato quello che secondo la nostra opinione Che cos'è la bellezza. Una al prezzo di 13,30 EUR risulta il migliore libro di Philippe Daverio disponibile in vendita:

Votazione finale: 4.3

  • Daverio, Philippe (Autore)

Scopri i migliori testi grazie alle classifiche de “La Rivista dei Libri”.

Philippe Louis François Daverio (Mulhouse, 17 ottobre 1949 – Milano, 2 settembre 2020) è stato uno storico dell’arte, critico d’arte, personaggio televisivo, gallerista e politico francese con cittadinanza italiana.

Che cos'è la bellezza. Una lezione di storia dell'arte

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Grand Tour d’Italia a piccoli passi

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  • Cartaceo 19,90 €
  • Mondadori Store
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  • Librerie.coop

“ Queste pagine potrebbero servire agli italiani per godere dell’essere ciò che sono, per amare ciò che hanno ereditato e per preservarlo, potrebbero servire a chi vien da fuori per scoprire la culla di gran parte di ciò che ha reso il mondo più bello. “

IN VIAGGIO, CON LENTEZZA, ATTRAVERSO LE MERAVIGLIE D’ITALIA. UN PERCORSO CULTURALE E MENTALE PRIMA CHE GEOGRAFICO .

  • Marchio: Rizzoli
  • Serie di collana: VIAGGI
  • ISBN: 9788891837479
  • Anno pubblicazione: 2022
  • Pagine: 416
  • Edizione: brossura
  • Formato: 16.5x22 cm

Biografia autore

Philippe daverio, altri libri dell'autore vedi tutti.

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Grand Tour d’Italia a piccoli passi

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grand tour d'italia a piccoli passi analisi

Grand Tour d'Italia a piccoli passi

TITOLO:  GRAND TOUR D’ITALIA A PICCOLI PASSI

Oltre 80 luoghi e itinerari da scoprire insieme all’autore di Passepartout 

AUTORE: Philippe Daverio ANNO: 2018 EDITORE: Rizzoli

DESCRIZIONE:

“Queste pagine potrebbero servire agli italiani per godere dell’essere ciò che sono, per amare ciò che hanno ereditato e per preservarlo, e potrebbero servire a chi vien da fuori per scoprire la culla di gran parte di ciò che ha reso il mondo più bello.”

Philippe Daverio ci fa da cicerone attraverso le bellezze del nostro Paese, in una sorta di “visita guidata” d’eccezione di quel museo diffuso che è l’Italia: chiese, castelli, monumenti, gallerie e opere d’arte. Oltre 80 luoghi, noti, meno noti o decisamente insoliti, scelti e raccontati in maniera non sistematica, in base ai viaggi e agli interessi coltivati dall’autore negli anni. Un volume che supera il meccanismo un po’ schematico della guida turistica e si propone come un “invito al viaggio”, un itinerario suggestivo e sorprendente, un vagabondare “lento” attraverso un territorio ricco di tracce e testimonianze della storia e dell’arte di ogni tempo.

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La tipologia B e l’argomentazione assente

La nuova tipologia B nelle intenzioni di Serianni

Nel giugno del 2022, dopo due anni di distanza, è tornata la prima prova scritta all’Esame di Stato di Istruzione Secondaria Superiore e, con essa, la nuova tipologia B, ovvero l’analisi e produzione di un testo argomentativo. Nell’immediato plauso per la scelta degli argomenti presentati, un elemento sarà però saltato all’occhio ai docenti di lettere più avveduti: la ridotta presenza dell’argomentazione nei brani proposti ai maturandi e, soprattutto, l’oggettiva difficoltà , nella parte di produzione, nell’impostare un discorso originale e non pieno di luoghi comuni.

Com’è noto, la tipologia B, nella forma dell’analisi e produzione di un testo argomentativo, è stata introdotta a seguito della riforma della prima prova, in sostituzione del vecchio “saggio breve o articolo di giornale” che ha orientato, aggiungo io, malamente, la didattica della scrittura al triennio per quasi venti anni. Il gruppo di lavoro, coordinato dal compianto professor Serianni, sottolineava come questa tipologia portasse a stendere un “centone”, senza alcuna possibilità per il candidato di strutturare un discorso autonomo e personale; d’altra parte, tematiche come La percezione dello straniero nella letteratura e nell’arte (sessione ordinaria 2008), oppure Il rapporto padre-figlio nelle arti e nella letteratura del Novecento (sessione ordinaria 2016)implicavano un lavoro di documentazione e di preparazione che non si poteva sicuramente esaurire nelle sei ore assegnate, figuriamoci poi nelle due-tre ore destinate alle prove assegnate in corso d’anno.

Quindi, al posto di un elenco di documenti da cui partire per stendere un elaborato, è presente un testo ben formato, di cui richiedere una lettura profonda (momento ricettivo) e, in seconda battuta, la produzione di un testo argomentativo in cui, a partire dall’estratto presentato, lo studente delinei la sua posizione sulla controversia oggetto della traccia. Nella tipologia B si saldano quindi lettura e scrittura, portando a compimento le raccomandazioni (e gli auspici di una futura riforma della prima prova) presenti nel volume dello stesso Serianni dal titolo Leggere, scrivere e argomentare . Prove ragionate di scrittura , edito da Laterza nel 2013, di cui si raccomandano in particolare le pp. VII-XXII.

Letteratura vs lingua italiana: una dicotomia ancora presente

Se il testo argomentativo, introdotto già nella scuola secondaria di I grado, è previsto tipicamente al secondo anno del percorso di scuola superiore, l’itinerario di letteratura italiana del secondo biennio e quinto anno tendeva però a marginalizzare la pratica della scrittura argomentativa, che trarrebbe invece grande giovamento dalla lettura di articoli di giornale e, soprattutto, editoriali. Già in un’intervista del 2014 su «La Repubblica», dal titolo Se i ragazzi italiani non sanno l’italiano , Serianni prendeva posizione sulla contrapposizione, ancora esistente, tra lingua e letteratura italiana, sostenendo che «Dante è fondamentale, ma nel triennio delle superiori bisognerebbe leggere anche una rivista come “Limes”, ossia articoli di geopolitica e sociologia, storia economica e storia della scienza. Brani che possano offrire modelli di organizzazione linguistica del pensiero complesso». Accade spesso che, senza opportuna preparazione, gli studenti vengano posti davanti a tali tipologie testuali solo in occasione di verifiche o prove scritte di esami di Stato; se però non si progetta un laboratorio di scrittura su tematiche di attualità, l’esito della prima prova è demandato alla dea fortuna oppure a una traccia che vada incontro alle inclinazioni personali del candidato.

Per una definizione di testo argomentativo

È vero che nella didattica della scrittura vale più la pratica della teoria, ma non ritengo inutile ritornare a una definizione di testo argomentativo, per vedere se le proposte della prima prova dell’Esame di Stato 2022 soddisfacessero tali criteri e fossero coerenti con le indicazioni puntuali del gruppo di lavoro nominato con DM n. 499/2017.

Adriano Colombo, nel contributo Il testo argomentativo: presupposti pedagogici e modelli di analisi (liberamente consultabile qui e apparso già nella raccolta dello studioso del GISCEL dal titolo I pro e i contro. Teoria e didattica dei testi argomentativi ) sostiene a p. 5 che «argomentativo [è] un testo in cui l’emittente presenta una (o più) tesi su una materia che assume come controversa (o quanto meno controvertibile), presentando le proprie ragioni e ponendo il destinatario nella condizione di aderire o rifiutare». Il linguista Luca Cignetti, nella voce Testi argomentativi dell’ Enciclopedia dell’italiano (p. 1468) chiarisce che i testi argomentativi «corrispondono a macroatti linguistici che presuppongono un ragionamento e si propongono come fine la dimostrazione o la persuasione circa la validità di una tesi (o opinione), attraverso la scelta, la disposizione e la formulazione di specifici argomenti (o prove). Tipicamente argomentativi sono, per la varietà orale, generi come la discussione, il dibattito e l’intervista; per la varietà scritta, l’editoriale, la recensione, il saggio scientifico, il testo pubblicitario e la tesi di laurea».

Tutti gli studiosi concordano quindi che alla base di qualsiasi testo argomentativo c’è una materia controversa, un problema, una questione controvertibile; l’autore esporrà le proprie ragioni (argomenti) e il lettore potrà accettarle in toto , in parte, oppure rifiutarle. Nella bella metafora dello schermidore usata da Colombo nell’articolo citato, si parla infatti di mosse argomentative , che vengono riprese anche nel Documento di lavoro della commissione Serianni per quanto concerne la tipologia B. Con questo termine si intendono le azioni comunicative (esordio, enunciazione della questione, tesi, argomenti, solo per indicare le più note) che, tanto nello scritto, quanto nell’orale, vengono messe in campo dall’emittente per avvalorare la propria tesi sull’argomento, avendo sempre in mente un contraddittore di cui si prevedono e parano le mosse o che si attacca nei suoi punti deboli.

Benché ovviamente non tutti i testi catalogabili come argomentativi includano questa sequenza completa, sarebbe opportuno che alcuni elementi costitutivi siano comunque presenti: anzitutto la questione proposta dovrebbe essere controvertibile; in secondo luogo, dovrebbero essere chiaramente presenti le mosse argomentative, identificabili dai connettivi (che Irving M. Copi e Carl Cohen chiamano «indicatori di conclusione e di premessa» a p. 30 del celeberrimo volume Introduzione alla logica ), che lo studente è chiamato a individuare nel momento ricettivo (analisi del testo) e a utilizzare in quello attivo (produzione di un testo argomentativo).

Le tracce della sessione ordinaria alla prova dell’argomentazione

Analizzando però le proposte della sessione ordinaria 2022, ho dovuto constatare che le indicazioni del Documento di lavoro sono andate disattese e quelli che i maturandi si sono trovati di fronte erano sicuramente testi di belle penne e interessanti quanto a tematiche affrontate, ma tutt’altro che argomentativi. Soprattutto mancava un elemento imprescindibile: la situazione dirimente, che permettesse allo studente di schierarsi a favore o contro l’autore del testo; il risultato sono state argomentazioni di sostegno, dettate anche da un desiderio inconscio di compiacere l’insegnante.

Partiamo dal brano tratto da La sola colpa di essere nati di Gherardo Colombo e Liliana Segre. Il passo proposto ha un andamento narrativo-espositivo più che argomentativo, al punto che non saprei individuare alcuna mossa argomentativa. Le domande dell’analisi esordiscono con il riassunto, richiesta imprescindibile per Serianni, per poi passare a quesiti volti a chiarire alcuni punti del brano; si tratta di esercizi atti a promuovere una lettura profonda del testo, ma esulano dall’argomentazione propriamente detta, per orientarsi sulla comprensione in senso generale.

Vediamo ora la produzione che, per le indicazioni fornite, non può che sfociare in un testo espositivo. Anzitutto al candidato viene richiesto di inquadrare il brano nella temperie storica di riferimento; lo studente è invitato poi a esprimere considerazioni sul fenomeno e a riferirsi anche ad altri contesti storici in cui sono state attuate politiche discriminatorie. L’ultima riga prevede di argomentare le considerazioni elaborando «un testo in cui tesi e argomenti siano organizzati in un discorso coerente e coeso». In realtà in questo tema non c’è nulla di controvertibile: si può davvero esprimere una tesi contraria alla condanna della discriminazione razziale? Quali argomenti possono essere addotti a suo sostegno? Francamente nessuno.

Veniamo ora, per avere una conferma della tendenza generale delle tracce, a quella di ambito scientifico, in cui viene riportato uno stralcio del discorso pronunciato da Giorgio Parisi l’8 ottobre 2021 alla Camera dei deputati, in occasione della riunione dei parlamenti nazionali in vista del COP26. Il discorso ha sicuramente un taglio argomentativo, poiché l’intento è conativo e consiste nell’esortazione rivolta ai politici (e, in generale, all’umanità) a compiere delle scelte immediate per contrastare il cambiamento climatico. La tesi è esplicitata con chiarezza nel primo blocco informativo e poi seguono dei paragrafi nei quali Parisi, attraverso dati e argomenti per analogia, sottolinea la necessità di azioni tempestive, dal momento che il cambiamento climatico ha ricadute anche su Paesi che incidono poco o nulla sulle emissioni.

Senza nulla togliere all’interesse e attualità del brano, saltano all’occhio le domande dell’analisi in cui, pur trovandoci nella tipologia B, nessun riferimento viene fatto a tesi e argomenti (si parla, genericamente, di «snodi tematici essenziali», quando è risaputo che un tema non è dirimente, a differenza del problema ); la proposta di produzione poi, anche in ragione dell’autorità di un premio Nobel, spingerebbe chiunque ad allinearsi alla posizione dell’autore del testo presentato.

I due brani di Segre-Colombo e Parisi confermano, a mio avviso, quanto ha sottolineato bene in questa sede Stefano Rossetti nell’articolo a quattro mani con Luisa Mirone dal titolo Riflessioni critiche sulla prima prova dell’esame di Stato : quale adolescente saprebbe proporre su queste tracce un’argomentazione che non si riduca a cliché? In entrambe si chiede di esprimere «opinioni a riguardo» sulla tematica proposta, ma cosa potevano scrivere i maturandi, se non adeguarsi, come sottolinea Rossetti, agli scritti autorevoli di Segre, Colombo e Parisi, «dando ragione a chi con tutta evidenza ce l’ha»?

Quello che manca, nella proposta B3, è proprio il punto di partenza di qualunque produzione argomentativa: «“una situazione non controllata e che presenta difficoltà”: un problema teorico o pratico, una controversia» (A. Colombo, Il testo argomentativo: presupposti pedagogici e modelli di analisi , p. 3); infatti è sotto gli occhi di tutti che il cambiamento climatico è dovuto all’uomo, così come la necessità che i governi lo debbano mettere in cima alla lista della loro agenda politica. Non mi pare si possa parlare di controversia , a meno che il candidato non si voglia schierare con chi definisce Greta Thunberg una fondamentalista climatica (o econazista ), negando (o minimizzando) fenomeni come la siccità, gli eventi metereologici estremi e l’innalzamento delle temperature medie negli ultimi dieci anni, in quello che il CNR ha decretato come il più caldo di sempre.

Perseverare è diabolico: le tracce della sessione suppletiva

Per avere conferma di questa tendenza a inserire nella tipologia B testi non catalogabili come argomentativi o su cui risulta difficile proporre un’argomentazione efficace e personale, ho voluto consultare le tracce assegnate nella sessione suppletiva, liberamente fruibili online sul sito del Ministero dell’Istruzione. Anche qui, pur nell’interesse dei temi, non mi pare che le problematiche si siano risolte.

La proposta B1 era di ambito storico e includeva due lettere prese dal carteggio Churchill-Stalin, avvenuto tra il 1941 e il 1945. Il testo non rientra in quelli che Cignetti ha catalogato come argomentativi, ma consiste in una corrispondenza epistolare nella quale i due alleati si confrontano sulle strategie per sconfiggere Hitler. Vediamo cosa si richiede allo studente nella parte di produzione: «esprimi le tue opinioni sulle caratteristiche della collaborazione tra Regno Unito e Unione Sovietica per sconfiggere la Germania nazista e sulle affermazioni contenute nelle lettere dei due leader politici. Organizza tesi e argomenti in un discorso coerente e coeso». A parte la coerenza e la coesione, requisiti di qualunque testo ben composto, non credo si possa argomentare nulla in proposito visto che non c’è alcun problema né questione controversa. Quella che veniva richiesta era semplicemente la contestualizzazione del brano all’interno della storia del Novecento, con la stesura di un testo prettamente espositivo . Colombo, nell’articolo Il testo argomentativo: presupposti pedagogici e modelli di analisi , a p. 6, precisa bene che, a differenza di quelli argomentativi, nei testi espositivi «vengono sì presentate idee, che sono anche motivate e poste in relazioni logiche o causali, ma non si assume che siano controverse. Idee che hanno a che fare coi saperi più che con le opinioni, quali si trovano comunemente nei trattati scientifici e nei libri di testo». Ecco, il riferimento a un evento da contestualizzare facendo riferimento a contenuti presenti sul manuale di storia fa pendere la bilancia verso la stesura di un testo espositivo, non coerente quindi con la tipologia B in cui era inserito.

La proposta B3, di ambito artistico, presentava invece un passo dal Grand tour d’Italia a piccoli passi , saggio di Philippe Daverio uscito nel 2018 per Rizzoli, ma incorreva nelle medesime problematiche dell’estratto dal discorso di Parisi presente nella sessione ordinaria. Leggiamo le indicazioni della traccia di produzione: «La società contemporanea si contraddistingue per la velocità dei ritmi lavorativi, di vita e di svago: rifletti su questo aspetto e sulle tematiche proposte da Daverio nel brano. Esprimi le tue opinioni al riguardo elaborando un testo argomentativo in cui tesi ed argomenti siano organizzati in un discorso coerente e coeso, anche facendo riferimento al tuo percorso di studi, alle tue conoscenze e alle tue esperienze personali».

Se parliamo di testo argomentativo, dovremmo avere una situazione controversa, ma nella traccia si dà per scontato che la società del XXI secolo è frenetica tanto nelle attività lavorative quanto nei periodi di vacanza; non c’è nulla di controvertibile e, quindi, è come un “invito a nozze” per lo studente-medio a ripetere le solite geremiadi sul passato lento , sui ritmi della civiltà precedente a internet ; non potranno mancare, ovviamente, i riferimenti ai social network che portano a far diventare i viaggi culturali tappe a marce forzate verso i luoghi che catturano più likes. Anche qui l’autorità del saggista ha il potere di inibire la capacità di argomentazione dello studente.

Porre al centro lo studente

Riprendendo il Documento di lavoro per la preparazione delle tracce della prima prova scritta , là si leggeva, tra le critiche al “saggio breve”, che «induceva nello studente lo stimolo a redigere un centone, dal quale non si poteva evincere in nessun modo la sua capacità di sviluppare un discorso autonomo e ben strutturato». La seconda parte della nuova tipologia B prevede la stesura di un testo coerente e coeso, talvolta vincolato anche nella misura ma, per quanto concerne le caratteristiche dei brani proposti non mi pare che, cambiata la fisionomia della prova, si siano ottenuti risultati diversi in termini di originalità e di espressione da parte degli studenti di un punto di vista argomentato su una tematica controversa; si è incentivata invece una scrittura impressionistica e, soprattutto, solipsistica.

Tutto questo per concludere che non si giudica la bontà di una traccia dalla tematica presente, dallo stile di scrittura dell’autore, dalla sua autorevolezza quanto, in sede di verifica (e, a maggior ragione, di Esame di Stato) nella possibilità che dà allo studente, vero protagonista della prova , di esprimere il suo punto di vista argomentato su tematiche vicine al proprio orizzonte esperienziale. Mi sembra che questi requisiti fossero assenti nella maggior parte delle proposte di tipologia B dell’estate 2022.

  • esame di maturità , esame di Stato , prove scritte , tipologia B

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Grand tour d'Italia a piccoli passi Copertina rigida – 22 novembre 2022

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  • Lunghezza stampa 416 pagine
  • Lingua Italiano
  • Editore Mondadori Electa
  • Data di pubblicazione 22 novembre 2022
  • Dimensioni 16.5 x 2.5 x 22 cm
  • ISBN-10 8891837474
  • ISBN-13 978-8891837479
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  • Editore ‏ : ‎ Mondadori Electa (22 novembre 2022)
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